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23 Novembre 2020

L’Italiano e i dialetti

Il patrimonio linguistico italiano è uno dei più ricchi d’Europa, i suoi dialetti comprendono alcuni appartenenti al ramo delle lingue romanze (italiano, francese e spagnolo) ma anche alcuni provenienti dalle lingue germaniche, greche e slave.

Nel XIII secolo il dialetto parlato a Firenze, Toscana – utilizzato da alcuni dei più grandi autori come Dante, Petrarca e Boccaccio – divenne la lingua nazionale riuscendo a distinguersi dagli altri dialetti parlati in Italia.

Qui sotto potete vedere una mappa dei dialetti parlati in Italia. Secondo l’atlas dell’Unesco in Italia ci sono 31 diverse lingue.

DIALETTO VENEZIANO

Origini

Il dialetto veneziano è nato dall’evoluzione del latino volgare. Una caratteristica di questo dialetto è la completa assenza di regole grammaticali, quindi l’espressione scritta della lingua era piuttosto libera e variabile nel tempo e a seconda di chi scriveva. Progressivamente il dialetto veneziano si sviluppò come lingua completa e autonoma, con un numero enorme di termini specifici applicabili ai campi più diversi: dalla tecnologia alla giurisprudenza, al commercio e alla letteratura.

Curiosità

  • Le strade di Venezia si chiamano calli (calli larghe, callette, calleselle), il termine deriva dal latino “callis” che significa sentiero.
  • Una piazza a Venezia si chiama “campo”, si chiamava così perché era un luogo ampio e spazioso dove anticamente, non essendo pavimentato, si coltivavano frutta e verdura.
  • I nomi delle calli sono generalmente indicativi di: lavori eseguiti (calle del forno, calle dei fabbri, calle del tagliapiera), altari o capitelli (calle del Cristo, calle della Madonna, calle del Paradiso), nomi di famiglie nobili (calle Dolfin, calle Benzoni, calle da Ponte, calle Vallaresso), eventi significativi accaduti (calle del Perdon, calle dei Assasini).
  • La larghezza delle Calli va da 60 cm a 8 m. Una delle calli più strette di Venezia è Calle Varisco, 53 cm. La ridotta larghezza di alcune calli è dovuta al fatto che, concessi i permessi edilizi, la Repubblica costrinse i proprietari a lasciare un passaggio tra un edificio e l’altro. Ovviamente tutti hanno cercato di lasciare lo spazio minimo necessario per il passaggio di una persona.
  • La parola “ciao” deriva dall’antico saluto veneziano “s’ciavo” (schiavo, sottintendendo “tuo”). Da “s’ciavo” a “s’ciao”, è diventato infine “ciao”. Oggi questa forma di saluto amichevole è ormai di uso comune ed è una delle parole italiane più famose in tutto il mondo.

Glossario

Vi proponiamo qui un piccolo glossario di espressioni e parole in Veneziano che possono esservi utili durante il vostro soggiorno a Venezia.

 

DASIN ADAGIO
DE FASA DAVANTI
MI GO DA ‘NDAR DEVO ANDARE
NON GO’ MONEA NON HO MONETA
FORA FUORI
DA RENTE VICINO
FIA/FIO RAGAZZA/RAGAZZA
PUTELO BAMBINO

 

CAREGA SEDIA
CIESA CHIESA
SCHEI SOLDI
STRAMASSO MATERASSO
TOLA TAVOLA
DO DUE
DIESE DIECI
PASTASUTTA PASTASCIUTTA

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